Io ancora non ho questo problema, ma credo che per me la conclusione sarà abbastanza semplice.
Nel mio caso la tesi è un programma, anzi un po’ meno di un programma: è un algoritmo. Un insieme di istruzioni che vengono processate come se fossero un programma (tecnicamente si tratta di un script, ovvero un file di testo scritto seguendo la grammatica di un linguaggio di programmazione e questo file viene letto da un altro programma che lo interpreta come se fosse un programma e da origine a qualcosa di funzionante)
Come tutti gli algoritmi, anche il funzionamento del mio è a grandi linee quello di prendere dei dati in ingresso, elaborali in qualche modo e produrre dati in uscita. Quindi la conclusione della mia tesi sarà un commento su questi dati e su quanto siano soddisfacenti o meno. Il livello di soddisfazione sarà facilmente misurabile valutando quanto questi dati siano vicini alla soluzione ideale cercata. In poche parole, concluderò dicendo se la merda che ho ottenuto è più o meno quello che volevo: si, no, perché.
Questo è il vantaggio, o forse lo svantaggio, di fare studi tecnici, si hanno sempre a disposizione dei metodi valutativi oggettivi: o funziona o non funziona.
Ma tutto questo a te che serve? Non lo so, però è già un idea come potresti procedere.
Non so cosa tu abbai fatto per la tesi, però posso immaginare che sarai partita da un idea o da un problema. Questo problema avrà avuto dei dati o nozioni da cui sei partita e che poi avrai sviluppato o elaborato in qualche modo, per giungere a dei risultati finali. In pratica hai eseguito un algoritmo ottenendo dei dati finali da commentare.
(si si lo so da me che scrivo un po’ a vanvera, ma mi capita solo in rare occasioni come adesso che sono a letto e non mi decido a chiudere gli occhi e dormire visto che è già passata la mezzanotte. Cercherò di essere più conciso e diretto)
Concludendo eccoti una traccia per scrivere le conclusioni.
Potresti iniziare illustrando il problema da cui sei partita, l’idea che sta alla base del tuo lavoro, la tesi che hai voluto sviluppare e approfondire. Qui elencherai quelli che ho chiamato i dati di partenza che potrebbero essere eventuali lavori precedenti, sondaggi o ricerche che sono stati di ispirazione.
Poi passi a descrivere come hai svolto il lavoro: cita le fonti principali, come hai raccolto e organizzato tutto il materiale che ti è servito per il tuo lavoro, spiegando il perché delle tue scelte. Potresti aggiungere anche qualche aneddoto, così per alleggerire lo scritto; questo è a tua discrezione e dipende anche da che stile hai mantenuto nel resto dell’elaborato.
A questo punto entri nel vivo e cominci a snocciolare i risultati ottenuti, i famosi dati finali, commentandoli e traendo le tue conclusioni: hai ottenuto quello che ti aspettavi; sono conformi con eventuali lavori simili; sono dati inaspettati o ribadiscono eventuali trend; si, no, perché; e altre cose di questo tipo.
Infine, come ogni buon film insegna, lascia aperto uno spiraglio per i sequel. Evidenzia uno o due aspetti, quelli più interessanti, che sono emersi dalla tua tesi e proponili come base per eventuali approfondimenti futuri. Questo per mostrare che quello che hai fatto non è solo fine a se stesso ma è un lavoro che offre nuovi e interessanti sviluppi ulteriori: insomma è un lavoro serio mica micio-micio-miao-miao.
Questo non tanto per augurati una prossima occupazione in campo accademico per i prossimi anni, che comunque non è da buttar via a priori, ma piuttosto lo trovo un buon modo per tirare le conclusioni.
Non so quanto questo possa servirti, ma ero ben ispirato e l’ho scritto di getto. Alla fine non è neanche venuto troppo male, forse un po’ lungo, qua e là si potrebbe sfoltire ampiamente.
Ormai sono le 0.48 di domani, adesso smetto e mi metto a dormire, che è meglio.